Essere artisti in questo particolare momento storico passa anche dall’esposizione sui social network e sulla rete in generale. Ne parliamo con Domenico Villano.
Le opere di Domenico Villano mi hanno conquistato immediatamente. E, voglio essere sincero, raramente mi capita con l’arte. Devo dire di essere, ahimè, poco sensibile a questa materia. Non saprei dire il perché; probabilmente non ho mai avuto insegnanti in grado di trasmettermi questa passione o la malizia di apprezzare le infinite sfumature che ogni singola opera d’arte porta con sé. Oppure, semplicemente, devo accettare di essere nato senza questa discrezionalità, come fosse una caratteristica portata in dote dal DNA che nel mio caso non è particolarmente sviluppata.
Quando mi capita però, rimango come folgorato e provo quelle stesse sensazioni che – ad esempio – riesco a cogliere in altre forme d’arte, nella musica in primis.
E’ capitato così che, scorrendo un’annoiante timeline di Instagram, la mia attenzione è stata catturata da una foto in particolare. Un “quadro” che raffigurava la foto di un DJ famoso principalmente in Italia negli anni ’90 contornato da un’esplosione di colori.
Il mio sguardo si sofferma e cerco di capire chi si cela dietro un’opera con un soggetto così particolare, ma sicuramente caro ad una nicchia di persone nella quale, caso ha voluto, mi riconoscevo perfettamente.
Scavo, indago, scopro molto altro. Soggetti soprattutto del mondo della musica, ma non solo: da Ray Charles a Sofia Loren, da Marilyme Monroe a David Guetta, passando per una lunga serie di icone mondiali, tutte rappresentate con lo stesso stile.
Ritagli di giornali e locandine sono incollati quasi randomicamente, mentre schizzi di colore e pennellate vivaci ne tracciano il contorno. Basta poco per comprendere anche ad un inesperto come me che dietro quei colori, quei ritagli e quelle pennellate c’è una logica più profonda: i soggetti dei quadri attingono dal colore e dalle forme di cui sono circondati per “rivivere” ed animarsi, riuscendo a trasmettere sensazioni diverse e stati d’animo in base alle dominanti cromatiche e alle forme nelle quali sono immersi.
Wow.
A questo punto, la frittata è fatta. Inizio a seguire il profilo Instagram dell’autore, un certo Domenico Villano. Con sorpresa, ma forse nemmeno troppa, nei mesi a seguire percepisco dai “like” in comune di condividere con lui diverse passioni, soprattutto nel mondo della musica, dei Disk Jockey, delle radio. La generazione è pressoché la stessa e in qualche modo sento di avere una sorta di affinità con questo ragazzo.
Nei mesi gli faccio, privatamente, diverse domande: amo i suoi lavori (vorrei tanto averne uno ad abbellire una parete di casa ma, ahimè, l’arte – quella vera – giustamente si paga) e mi incuriosisce il suo essere “personaggio dal forte carisma” con un profilo basso, discreto e ben equilibrato.
Decido quindi di proporgli un’intervista, che lui accetta volentieri.
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D. Se ti chiedessi “che lavoro fai”, come risponderesti?
R. Ti direi che faccio il lavoro più bello del mondo, soprattutto perché non lo considero un vero e proprio lavoro ma una grande passione quella di creare opere in stile pop art.
D. Nel corso della tua vita, quando e come hai capito di avere delle velleità artistiche?
R. Probabilmente artisti si nasce, io da piccolo avevo già attitudini artistiche, naturalmente bisogna poi coltivarle. Credo sia stato sempre il mio grande sogno, anche se devo ammettere che c’è stato un tempo in cui non credevo ci sarei mai riuscito.
D. Avere passione, determinazione e capacità non sempre si traduce nell’essere riconosciuto come “artista”. Tu ti definisci tale? Quando hai percepito di avere tutte le carte in regola per diventare un professionista?
R. In fondo ogni artista all’inizio, ha sempre poca consapevolezza delle sue potenzialità. Per me la svolta è arrivata grazie ad una società che si occupa d’arte, hanno creduto in me e la nostra collaborazione va avanti da diversi anni.
D. Raccontami come nascono le tue opere più famose. Da cosa ti lasci ispirare? Come scegli i soggetti? Come si svolge il processo creativo?
R. Io vengo dalla cultura pop, i maestri a cui mi ispiro sono Andy Wharol e Mimmo Rotella e attingo a quel mondo per la realizzazione delle opere.
I soggetti che preferisco sono i grandi personaggi del passato come Marilyn Monroe e Sofia Loren ma anche le icone dei giorni nostri. Nelle tele mi piace inserire sempre dei messaggi utilizzando delle scritte o delle immagini. Un’ opera deve sempre raccontare qualcosa del soggetto.
D. Di tutte le opere che hai realizzato, scommetto che ne hai una preferita. Quale?
R. Sono molto affezionato a tutte le opere, in ognuna c’è il mio mondo, ci sono gioie, sacrifici, successi e insuccessi e tante ore di lavoro. Però sono molto orgoglioso delle opere che ho dedicato a grandi personaggi a cui ho potuto omaggiarle come Sgarbi, la Cucinotta, Saturnino, il mitico Albertino e molti altri.
D. Oltre all’aspetto creativo, oggi essere artista passa anche inevitabilmente per dinamiche di marketing e commerciali. Ti occupi in prima persona di questi aspetti o deleghi a dei collaboratori?
R. Oggi per essere un bravo artista bisogna essere anche un bravo imprenditore. Inevitabilmente molto devo delegarlo ma mi piace occuparmi in prima persona di molti aspetti legati al marketing e alla promozione.
D. Come utilizzi concretamente i social? Li vedi come una grande opportunità o come un’onda che va, per forza di cose, cavalcata?
R. I social oggi sono una grandissima opportunità, pensa a tutti i giovani artisti che non hanno la possibilità di lavorare ancora nel mondo dell’arte e non sanno come poter mostrare le loro opere a potenziali clienti o gallerie. Personalmente devo dire che Instagram è un ottima vetrina inoltre trovo molto stimolante poter condividere il mio lavoro con tante persone, mostrare le varie tecniche o gli ultimi lavori e promuovere qualche evento.
D. Quanto costano le tue opere? Come si stabilisce il loro prezzo?
R. Per fortuna questo aspetto del lavoro non lo gestisco in prima persona ma se ne occupa la società che promuove e vende i miei lavori. Sicuramente quello che aiuta un artista ad avere delle buone quotazioni sono i riconoscimenti, le mostre e le opere battute ad un’asta.
D. Se tu non fossi diventato “Domenico Villano l’artista”, chi saresti oggi?
R. Chissà forse un fotografo, la fotografia mi piace molto oppure il gestore di un locale, mi piace stare a contatto con le persone e poi personalizzare un locale mi affascina molto.
D. Dai un consiglio ad un artista non affermato che ha difficoltà a farsi conoscere. Come gli suggeriresti di agire?
R. Mi capita spesso soprattutto sui social di confrontarmi con ragazzi che desiderano intraprendere questa strada e come sempre concludo dicendo loro di credere nei loro sogni, di non mollare mai e di ascoltare sempre il proprio cuore perché esso conosce tutte le risposte.
D. Lasciamoci con un’esclusiva… Puoi anticiparci chi sarà il tuo prossimo soggetto?
R. Posso dirti che a breve parteciperò ad un evento molto importante a Miami, il soggetto è ancora segreto e sarà una sorpresa ma posso anticiparti che è un grande personaggio della musica.
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