Per le tue vacanze hai mai considerato la possibilità di dormire in una struttura religiosa?
Evidentemente in molti l’hanno fatto, o lo stanno facendo. Infatti la cosiddetta “ospitalità religiosa” permette di soggiornare nei tantissimi immobili degli ordini religiosi adibiti a tale scopo a costi molto più che concorrenziali. E così, dopo Booking ed AirB&B, gli italiani (e non solo) si sono accorti che esiste anche questa convenientissima modalità di viaggiare.
Ma come funziona? Dobbiamo dimostrare di avere la “fedina penale religiosa” immacolata per essere accettati in queste strutture oppure non è necessario? Capiamolo insieme a Fabio Rocchi, presidente dell’Associazione Ospitalità Religiosa Italiana.
D. Ciao Fabio, prima di tutto grazie per aver accettato questa intervista. Siamo curiosi di capire come funziona l’ospitalità religiosa, ma anche di conoscerti meglio. Raccontaci qualcosa di te e di come ti sei avvicinato a questo “mondo”.
R. Ho passato vent’anni nel settore bancario e dieci in quello delle no-profit. Ma la mia formazione giovanile francescana mi ha portato col tempo a notare le tante case religiose ora semi-deserte per la carenza di vocazioni. Così ho deciso di dare una svolta alla mia vita e dedicarmi nel tempo libero a portare nuova vita a queste case altrimenti destinate alla chiusura o alla vendita.
D. Cos’è e come funziona l’ospitalità religiosa?
R. Tra le 4000 case che abbiamo censito su ospitalitareligiosa.it ci sono le situazioni più diverse. Sono comunque aperte agli ospiti esterni, sia per motivi spirituali che -in gran parte- anche per il turismo. E’ un’ospitalità sicuramente più accogliente di quella commerciale. Grazie al portale, comunque, è possibile filtrare questa gran massa di dati, in modo da ottenere una lista di case che corrispondono esattamente alle necessità dell’utente. Poi si può contattarle direttamente senza intermediazione o commissioni.
D. Ci sono delle regole – legate alla religione – da rispettare quando si è ospiti di queste strutture?
R. Dipende. La gran parte delle case lascia liberi gli ospiti di gestirsi il soggiorno come preferiscono, naturalmente nel reciproco rispetto per le proprie esperienze. Poi ci sono alcuni monasteri ed eremi che accolgono solo gli ospiti che vogliono condividere una vità di comunità e riflessione. Ma lì si tratta di scegliere il tipo di ospitalità più confacente fra un ampio ventaglio di possibilità.
D. Dormire in una struttura religiosa conviene? Quanto è il risparmio medio?
R. Mediamente si risparmia tra il 30% e il 40%, ma è una media molto articolata. Ci sono luoghi -ovviamente spartani- dove il risparmio è davvero notevole, se non addirittura legato ad un’offerta volontaria, come ci sono case artisticamente di pregio che necessitano di continue manutenzioni con l’inevitabile ricaduta sui costi per gli ospiti. Ma la vera convenienza sta nell’aria che si respira…
D. A tuo parere, quali sono le migliori opportunità “a catalogo”? Ci sono delle strutture particolarmente belle che puoi consigliaci?
R. Non vorrei far torto a nessuno, quindi il consiglio va verso le strutture più antiche, quelle che secoli fa le congregazioni religiose costruivano nei più reconditi e nascosti luoghi di tutte le nostre venti regioni, in cima ad una montagna, nascoste nel bosco o immerse in una pineta sul mare.
D. Di cosa si occupa più nel dettaglio la tua associazione? Quali sono le tue mansioni?
R. La nostra Associazione no-profit ha come scopo fondamentale far conoscere queste case tramite il portale ospitalitareligiosa.it, perché secondo la normativa sul turismo esse non possono utilizzare canali di promozione commerciale. Io ne sono il presidente, ma con la francescana umiltà di chi vuole tutti i giorni “sporcarsi le mani” in questo compito. L’importante è portare benefici a queste comunità religiose, non certo a noi.
D. Come sei riuscito a far conoscere il tuo sito al pubblico? Sfrutti i social, la pubblicità, o altro?
R. Ho la fortuna di avere collaboratori esperti nel settore del marketing digitale o come volete chiamarlo. Data l’età non riesco a star dietro a tutti questi nuovi termini, ma loro sanno come districarsi. Usano il tempo libero per darci una mano e così l’insieme delle forze ci permette di usare tutte le nuove metodologie per promuovere il portale. Non tralasciamo nulla e quindi qualsiasi canale tu mi citi, l’abbiamo sicuramente sfruttato. Ma a condizione che costi poco!
D. Ultimamente ti abbiamo anche visto spesso in TV. Che benefici ha avuto il tuo business dopo le “ospitate”? Hai notato un sensibile incremento di visitatori sul tuo sito?
R. Essere in TV dà sicuramente più visibilità, ma l’obiettivo non è una risposta immediata di visite (che pur c’è stata). Quello che ci interessa è far passare il concetto che l’ospitalità religiosa oggi è una realtà che conviene a tutti e a cui tutti possono accedere nella maniera più semplice possibile.
D. Come ti sei avvicinato a questo mondo e come hai stabilito i primi contatti con le persone di riferimento?
[sociallocker id=”325″]R. Ho lavorato per un anno nella trasformazione di un eremo in un luogo aperto all’ospitalità. Terminata quest’esperienza, ho pensato di mettere a frutto le tante informazioni acqusite, così da offrirle anche a tante altre comunità. Da lì l’idea del censimento delle strutture (ci abbiamo messo un anno) e poi la proposta del portale alle case religiose, che hanno subito risposto in maniera entusiastica.[/sociallocker]
D. Questa non è la tua attività lavorativa principale. Quanto tempo occorre per la sua gestione e come riesci ad incastrare il tutto con i tuoi impegni?
R. La mia vera attività lavorativa -che è tutt’altro- mi consente fortunatamente di gestirmi il tempo come preferisco. Certo, inizialmente al portale dedicavo solo le ore libere. Poi ha cominciato ad occupare i week end, le festività, le vacanze… In ufficio sanno che mi occupo del portale e quindi tollerano se ci butto un’occhiata durante la giornata…
D. Esistono dei libri o delle guide che parlano di questo settore particolare? Potresti consigliarcene uno?
R. Potrei consigliarvi di aspettare gennaio 2019 quando uscirà la nostra Guida all’Ospitalità Religiosa in Italia, per la Velar Edizioni. Lì ci sarà davvero tutto. Negli ultimi anni sono uscite diverse guide, ma tutte molto parziali: solo monasteri, solo eremi, solo la Via Francigena, solo Roma eccetera. Noi abbiamo voluto una “guida totale” in modo che ci sia davvero da scegliere ogni possibile tipo di soggiorno: non per nulla avrà 500 pagine!
D. Sei molto religioso?
R. La Fede è qualcosa di molto personale che non si può misurare. Naturalmente se ne fossi distante, non avrei potuto prendermi questo fardello di cui stiamo parlando. Ma più che il Credere, in questo caso sono alla ricerca del Fare. Fare qualcosa per portare ospiti a questa case vuol dire anche creare risorse per le attività caritatevoli e missionarie di tanti ordini religiosi in Italia e nel mondo. Quindi ecco che la Fede si tramuta in Opere. E non c’è bisogno di misurarle.
D. Come evolverà il tuo progetto? Hai qualche anticipazione da darci?
R. Non è d’uso scoprire le carte prima del tempo, ma oltre alla Guida cartacea, a breve avremo il portale completamente in inglese, una app per ottenere sconti presso questa case, la partecipazione ad alcune importanti Fiere del Turismo e-non certo ultima- la collaborazione con importanti progetti della CEI per rendere un servizio migliore alle case. Naturalmente sempre con lo scopo finale di portare beneficio agli ultimi.
Grazie mille Fabio per il tempo che ci hai dedicato e buona fortuna per la tua attività!
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Scopri anche tu come dormire in una struttura religiosa sul sito di Fabio Rocchi ospitalitareligiosa.it
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