Fortnite non è solo un videogioco: è un vero fenomeno di costume dei giorni nostri. Lo ammetto: da videogiocatore di “vecchia data”, cresciuto a Super Mario e Street Fighter, fatico molto a trovare i perché di questo vero e proprio successo planetario, che riesce a coinvolgere milioni di appassionati e – bontà loro – a fatturare tanti, tantissimi quattrini. Probabilmente è una questione meramente generazionale, la stessa che mi ha impedito di appassionarmi al gioco online, preferendo sempre l’esperienza in single player più consona ai miei ritmi spezzettati e alle mie abilità via via sempre più scarse. E’ indubbio però che io sia ormai una mosca bianca in questo mondo e che la tendenza sia l’esatto opposto di come la concepisco io. La mia curiosità mi ha quindi spinto a cercare di capirne qualcosa in più, nella speranza di dare una risposta ai tanti “perché” che mi frullano in testa.
Per farlo, ho pensato di rivolgermi a chi di Fortnite ne capisce davvero: sto parlando di Mauro Longhin, amministratore della più grande community italiana dedicata a questo gioco.
D. Ciao Mauro, grazie innanzitutto per aver accettato di rispondere alle mie domande. Vorrei iniziare chiedendoti di presentarti a chi non ti conosce. Chi sei e cosa fai nella vita?
R. Ciao a tutti ragazzi, mi chiamo Mauro Longhin, ho 33 anni e sono di Venezia. Durante il giorno faccio il montatore di macchinari per l’industria. La sera, nel mio tempo libero, gestisco la comunità più grande in Italia di Fortnite.
D. Iniziamo quindi a parlare di Fortnite. Quali sono le tue attività sul web e sui social legate a questo videogame?
R. Insieme a tutto lo Staff di Fortnite Italia pubblichiamo news sul gioco, moderiamo le richieste degli utenti, controlliamo i profili prima di permettere alle persone di entrare nel gruppo, gestiamo e risolviamo eventuali “conflitti” che nascono tra gli utenti e gestiamo il nostro server vocale.
D. Se dovessi descrivere in poche parole cos’è Fortnite, come risponderesti?
R. Fortnite è uno “sparatutto” innovativo e molto frenetico.
D. Cerchiamo di capire assieme i perché del successo di Fortnite. Cosa credi l’abbia fatto diventare il videogame più popolare del momento? E’ puramente una questione di marketing o c’è molto altro?
R. Fortnite piace a tutti per la regolarità con cui rilascia continui aggiornamenti, per l’originalità del gameplay che, unito ad una grafica cartoonesca, rende il tutto molto più divertente. Poi la formula “free to play”, ma che ti dà la possibilità di acquistare a prezzi molto bassi delle personalizzazioni del proprio personaggio, lo rende ancora più interessante.
D. Credi che, oltre alle indubbie capacità di “fare marketing”, i creatori di Fortnite abbiano ottenuto un successo così grande anche grazie all’introduzione di elementi originale e creativi nella formula originale di questo genere di videogames?
R. Certamente. La moda dei “Battle Royal” stava già esplodendo sul mercato, ma gli autori di Fortnite hanno dato un pizzico di originalità a questo genere di giochi. Elementi unici come le costruzioni, la personalizzazione del proprio personaggio, i balli e la possibilità di demolire ogni elemento del gioco hanno costituito sicuramente una ventata d’aria fresca in questo senso.
D. I social network ed i servizi di streaming dedicati ai videogames hanno contribuito al successo di Fortnite? Come? Ho sentito ad esempio parlare di una partita con il cantante Drake come protagonista…
R. Certo gli “streamers” portano molta pubblicità. Per le persone vedere il proprio idolo, cantante, calciatore, o semplicemente un pro player cimentarsi con questo gioco fa salire l’attenzione. Io, seguendo i social network, riscontro tanto entusiasmo, perché molti ragazzi vogliono potersi confrontare tra di loro e un gruppo dedicato a questo titolo fa salire molto l’attenzione. Ad esempio sul nostro gruppo abbiamo Fabio Rovazzi, che in Italia è una grossa icona.
D. Chi sono le persone che giocano a Fortnite? Ragazzini nerd nel doposcuola o anche adulti con il primo bottone della camicia slacciato dopo una giornata stressante in ufficio?
R. Fortnite richiama una fascia di utenza che parte dai 7/8 anni fino ad arrivare una utenza di 40 anni. La fascia maggiore è compresa dai 17/18 anni ai 25 anni.
D. Fortnite Italia è un punto di riferimento per gli appassionati di questo videogame. Come si costruisce una community di questo tipo? Come sei riuscito a renderla popolare e a raccogliere un così grande numero di iscritti?
R. Fortnite Italia group è nato dall’idea mia e di un amico, che spinti dalla curiosità di gestire un gruppo sulla piattaforma social più popolare del mondo (ovvero Facebook), abbiamo scelto un titolo quasi sconosciuto a tutti. La nostra popolarità è salita per la qualità nella gestione del gruppo, per il grande successo del titolo e per la rigidità nello scegliere lo staff che lavora con noi. Ecco perché siamo i più grossi in Italia.
D. Fortnite presenta dei personaggi dallo stile “fumettoso” ma che compiono azioni adulte, non certo adatte ad un pubblico di bambini. Come ti poni di fronte a questa problematica? Credi che i genitori dovrebbero prestare più attenzione ai contenuti dei videogame a cui giocano (spesso incontrollatamente) i figli?
R. Si, in Fortnite l’obbiettivo principale è sopravvivere uccidendo gli altri giocatori, ma lo stile cartoonesco unito all’allegria e alla frenesia del gioco non induce alla violenza; ad esempio i MEME più famosi di questo gioco sono i balli! Credo comunque che i genitori dovrebbero tenere d’occhio i propri figli, monitorandone ed eventualmente limitandone il tempo di gioco, oltre ovviamente ad avere sotto controllo i soldi che possono essere spesi per comprare le skin nel gioco.
D. Sentiamo spesso parlare delle nuove professioni che i nostri figli si troveranno a svolgere in futuro. Tra queste, una che fa gola a molti è la figura del gamer (giocatore di videogame) professionista. E’ un qualche cosa di reale già oggi? Credi che in questo senso Fortnite darà spazio a queste opportunità oppure si tratta di una bolla destinata a scoppiare?
R. Un giocatore professionista di videogame per avere successo non può fermarsi a giocare solo a Fortnite, ma deve spaziare su molti altri titoli. Credo che se una persona ci crede e ne ha i mezzi, possa fare di questa passione un lavoro. Ormai il mondo dei videogame è in espansione e chi è riuscito ad arrivare in vetta sicuramente guadagna molto e ha grandi soddisfazioni. Quindi, rispondendo alla tua domanda, dico: sì, se avete passione fatelo, ne vale la pena.
D. Ultima domanda. Ho provato un paio di volte a giocare a Fortnite, ma non appena vengo catapultato sull’isola vengo ucciso nel giro di pochi secondi: significa che sto invecchiando?
R. (Ride) Sicuramente è possibile! Sarò sincero: nemmeno io a 33 anni sono un gran giocatore, ma ti assicuro che se non ti scoraggi e continui a riprovarci i risultati si vedono.
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Se anche tu sei un appassionato di Fortnite incontra Mauro e gli altri membri del gruppo Facebook Fortnite Italia.
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